RO.ME menzionata tra gli esempi più positivi di vitalità e competitività del sistema culturale italiano

I numeri dei fruitori di musei e del patrimonio culturale, come riportano i dati MiBACT, sono da diversi anni in costante e significativo aumento. Nel 2019 sono stati 55 milioni i visitatori complessivi degli istituti statali (al primo posto il Colosseo, a seguire Pompei e gli Uffizi), per un incasso di 365 milioni di euro. Le iniziative portate dalle ultime riforme hanno sicuramente giocato un ruolo positivo, tra cui il moltiplicarsi delle campagne di sensibilizzazione, l’ultima delle quali #Iovadoalmuseo.
A partire dalla fine dello scorso febbraio l’emergenza COVID ha portato alla chiusura dei luoghi della cultura, con tutte le principali iniziative in calendario (ricordiamo, tra le altre, lo stop alle mostre su Raffaello, tra cui quella alle Scuderie del Quirinale, e la Sfida al Barocco a Venaria) necessariamente rinviate a data da definirsi.

Analogamente ad altri paesi, il governo italiano sta studiando le misure per intervenire a sostegno del settore della cultura e del turismo. In Gran Bretagna l’Art Council ha costituito già nei primi giorni della crisi un fondo di emergenza di 160 milioni di sterline (176 milioni di euro) a favore di musei, artisti e gallerie, destinato a salvare le organizzazioni artistiche dal fallimento. In Francia il Ministero dei Beni Culturali ha annunciato “aiuti d’emergenza” per 22 milioni di euro da destinare ai vari settori culturali. In Germania il governo è intervenuto con un pacchetto di 50 miliardi di euro, indirizzato ai lavoratori autonomi e alle piccole imprese che si occupano di arte e media.

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